Storia e monumenti principali
San Donato è situato a sud di Lecce da cui dista 11 km.
Il comune di San Donato e la sua frazione Galugnano si estendono su un territorio di 21,16 kmq e contano una popolazione di 5.690 abitanti. La densità è di 268 ab/kmq.
La popolazione si dedica prevalentemente all’agricoltura ed al commercio, vi sono infatti 131 imprese nel settore agricolo, 109 nel settore commerciale e soltanto 30 nel settore industriale.
Lo stemma rappresenta un leone con la zampa anteriore destra su una palla e un albero di ulivo sullo sfondo.
Le antiche origini di San Donato sono testimoniate dal menhir Curti Vecchi, dal menhir Lete e dalla specchia Caggiune, non più esistente.
Nel corso dei secoli dopo aver fatto parte della contea di Lecce,il paese ebbe vari feudatari, tra cui la famiglia Condò, Lettere, Uries, Vaaz de Andrada.
L’attuale impianto urbanistico, estremamente semplice, ha risentito della conformazione del terreno dominato dalla roccia affiorante che ha ostacolato sia lo sviluppo economico che la crescita demografica; si rileva pertanto un edilizia modesta, priva di caratteri rilevanti, con case a corte concentrate su Via Fontana, Via san Carlo, Via Specchia. In esse hanno trovato alloggio famiglie di contadini la cui vita si svolgeva semplici unità abitative.
In Largo Chiesa si possono ammirare due eleganti dimore che insieme al cinquecentesco palazzo baronale costituiscono gli esempi più significativi di architettura civile del piccolo centro.
In questo caratteristico largo affaccia anche la Parrocchiale, con la facciata a due ordini scandita da lesene; degno di nota è il portale affiancato da statue poste entro nicchie.
Vicende storiche più fortunate sembra aver avuto Galugnano; il cui impianto urbanistico è caratterizzato da importanti esempi di architettura domestica e civile, dai quali traspare la buona condizione socioeconomica degli abitanti.
L’agro di San Donato e di Galugnano, oltre ai numerosi trulli, presenta imponenti complessi masserizi, tra cui la masseria Li Curti, la masseria Perrone, la masseria Li Romani.
Il Centro Storico
Il Centro Storico, sviluppatosi a partire dall'XI secolo d.C., si colloca sul dorsone nord-est della Serra Salentina, successivamente al XIX secolo, l'abitato è andato sviluppandosi in tutte le direzioni, ma specialmente al fondo valle di nord-est per effetto della Ferrovia che vi giunse intorno al 1867.
Il paese è servito di stazione ferroviaria sulla tratta Lecce-Maglie.
L'antica Vigliano
Vigliano fu il nome che ebbe questo antico sito sin dall' epoca romana probabilmente derivatogli dal nome gentilizio VILIUS. Nelle carte catastali viene ancora oggi indicata con il nome di Vigliano, l'area compresa fra via Oberdan, via Aierelli e linea ferroviaria; l'area stessa è collegata al Centro Storico dalla via Vigliano, sulla quale fino al 1900 esisteva la Cappella baronale di Santa Maria di Vigliano.
Vigliano venne distrutta in epoca barbarica e risorse all'arrivo dei normanni con il nome di San Donato, in onore del Santo che si afferma sia stato il Vescovo di Arezzo nel IV secolo.
Gli Insediamenti Preistorici
Insediamenti preistorici nella zona sono testimoniati dalla Specchia megalitica, in catasto riportata al foglio mappale numero 9, sulla messeria del confine fra le particelle 47 e 48.
Nello stradario comunale trovasi al termine della via Specchia, la particella mappale numero 49 che la separa dalla via Vicinale della Specchia. Il tracciato trapezoidale di quest'ultima via segue quello della muraglia messapica del 1000 a.C., alcuni tratti della quale esistono ancora oggi costeggiati dalla attuale via Salomi. La muraglia prosegue fino all'altro insediamento umano preistorico di Specchiarosa.
L'Epoca Romana
L'epoca romana del primo secolo, e la precedente epoca messapica non ebbero soluzioni di continuità geografiche e umana. Lo testimonia appunto l'area archeologica fra le due specchie disseminata di trulli megalitici troncoconici del tipo dei nuraghe sardi, considerati dalla scienza patrimonio dell'umanità.
La Diga Romana resta però il segno più evidente di quell'epoca.
I resti di essa sono ancora visibili sul costone della Serra in cima all'attuale via Fontana che prende il nome dalla fonte le cui acque raccolte nella diga vennero fatte scorrere fino alla Terra Centuriata, sede del Centurione VILIUS, per irrigarla a fini agricoli.
La Terra Centuriata
La terra centuriata di circa 50 ettari, comprendeva la fertile pianura fra la Serra e l'attuale Montefusco, subito a valle della Ferrovia, dove ancora oggi sono visibili i resti della muraglia settecentesca che ne delimitava il lato posteriore.
Il lato anteriore coincideva con l'attuale via Corsica sulla quale ci fu la residenza romana, divenuta in seguito il castello normanno compreso nella Contea di Lecce.
Il castello venne ristrutturato e trasformato in Palazzo signorile dal Barone Pasquale Maiorana, detto il Caffariello, celebre musico e uomo ricchissimo, che acquistà il feudo e il titolo di Duca nel 1759.
Gli altri due lati della terra coincidevano con le attuali via Roma e via Vecchia per Lecce.
Questa terra, nel secolo XIX venne coltivata a vigna e prese il nome di Vigna del Pozzo, in quanto vi si trovava il principale pozzo artesiano che d'estate dava un poco d'acqua al paese assetato.
Le Masserie
Le masserie superstiti dell'agro restano oggi le testimonianze più complete del risorto Casale dell'XI secolo. Esse sorsero in contemporanea con il Casale sulla Serra, e conservano, insieme alle strutture posticce, anche quelle originarie, fatte di pietrame informe e malta di bolo.
Perrone è il nome di una delle superstiti masserie del feudo e prende il nome della famiglia dell'Arciprete, che la possedette insieme al quarto di territorio feudale che va dall'abitato ai confini con il feudo di Lequile.
Questa Masseria esiste tuttoggi e conserva insieme alle strutture primarie d'epoca normanna, uno dei tre pozzi artesiani che dissetarono le estati sandonatesi fino al 1933, epoca in cui le acque della sorgente del fiume Sele vi giunsero tramite l'Acquedotto Pugliese.
Papa è un'altra delle masserie superstiti, archeologicamente interessante essendo di antichissime origini preistoriche.
Prende il nome dalla famiglia che la possedette sin dal secolo XVIII e contiene uno dei due frantoi oleari ipogei ancora non distrutti.
Il secondo frantoio oleario ipogeo superstite trovasi sulla via Carsica, dirimpetto ad una delle tre Voreprincipali del paese che raccolsero e inghiottirono le acque piovane precipitanti dal costone della vicina Serra.
Masseria dei Preti è detta la terza delle masserie superstiti dell'agro. Trovasi alle spalle dell'attuale Cimitero, sulla via San Donato - Galugnano.
Di fronte ad essa c'era un'altro piccolo insediamento, da tempo cancellato, che catastalmente viene ancora oggi denominato Crociato.
La Chiesa Matrice
La Chiesa Matrice sorta nella stessa epoca normanna esiste ancora nelle sue strutture di base, e coincide con la Sagrestia del 1660 sovrastata dal campanile della nuova chiesa matrice, molto simile alla Chiesa dell'Addolorata in Maglie.
La nuova chiesa sorse dal 1610 al 1704; uno dei suoi artefici principali fu l'Arciprete Giovanni Francesco Perrone, dal 1647 al 1672. Egli abitava nella sua casa-masseria che venne in seguito inglobata nell'abitato e che fino all'anno 2000 è stata visibile, integra, al numero civico 97 di via Corsica.
In paese si chiamò Masseria Felici dal nome di uno dei proprietari, Felice Perrone, fratello dell'Arciprete.
Bibliografia
- Giovanni de Blasi, San Donato:
- Vicende storiche di un paese del Salento, Lecce 1994;
- Vita tradizionale a San Donato nel salento, Lecce 1996.
- Mario Marti, Discorso su San Donato in LU LAMPIUNE, Lecce 2001 anno XVI, n. 3.
- Costanti A,
- La casa a corte nel Salento leccese, Adriatica Editrice Salentina, Lecce 1974.
- Le masserie del Salento, Congedo Editore, Galatina 1994.
- Costantini A. ( a cura di), Edilizia domestica e architettura religiosa nell’area della Cupa”, Editrice Salentina, Galatina 1999, pp.161-185 (Regione Puglia Assessorato Pubblica Istruzione Crsec Le/39 San Cesario).
- De Blasi G., San Donato di Lecce nel Consorzio Valle della Cupa, IN “Lu Lampiune” anno XV n.3, pp. 91-95.
- De Blasi G., San Donato, Edizioni Del Grifo, Lecce 1994.
- Paone M. ( a cura di), Galugnano. Un paese, Congedo Editore, Galatina 1975.